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infezioni vaginali

Infezioni vaginali: sempre più donne ne soffrono

Negli Stati Uniti e in Europa le infezioni vaginali sono una delle cause più frequenti di consulto medico nelle donne, e sono il motivo di milioni di visite ogni anno. Le infezioni vaginali sono causate da microrganismi, tuttavia è possibile prendere precauzioni per ridurre il rischio di contrarle. Solitamente le infezioni causano una secrezione accompagnata da prurito, arrossamento e talvolta bruciore e crampi. Tali patologie vaginali comprendono vaginosi batterica, vaginite da Trichomonas, infezioni da lieviti (più conosciute come candidosi).

Le infezioni vaginali possono provocare fastidio, secrezioni e odori sgradevoli, tuttavia, tali sintomi non indicano necessariamente la presenza di un’infezione ma, al contrario, possono essere conseguenza di altre condizioni da cui è affetta la vagina stessa. Ad esempio, agenti chimici o altre sostanze (come prodotti per l’igiene, schiume da bagno, detersivi, schiume e gel contraccettivi, biancheria sintetica) possono irritare la vagina provocando secrezioni e fastidio. L’infiammazione che ne risulta è detta vaginite (infiammatoria) non infettiva.

Le secrezioni vaginali possono essere causate da un disturbo che interessa altri organi riproduttivi, piuttosto che la vagina. Ad esempio, possono essere causate da certe infezioni sessualmente trasmesse come clamidia o gonorrea. I batteri responsabili di queste patologie possono diffondersi dalla vagina alla cervice (la porzione inferiore e ristretta dell’utero che si apre nella vagina) e all’utero, causando la malattia infiammatoria pelvica. Un’altra causa di secrezione vaginale è l’herpes genitale, che provoca l’insorgenza di vesciche sulla vulva (la zona circostante l’orifizio vaginale), nella vagina e sulla cervice. Le infezioni vaginali possono essere di origine batterica oppure dovute a lieviti o altri microrganismi.

infezioni vaginaliLe condizioni che aumentano il rischio

Ci sono vari fattori che aumentano il rischio come la ridotta acidità della vagina. Se infatti diminuisce, il numero di batteri protettivi (lattobacilli) che vivono normalmente nella vagina diminuisce mentre aumenta quello dei batteri che possono provocare infezioni, causando a volte vaginosi batterica. La scarsa igiene: se l’area genitale non viene tenuta pulita, il numero dei batteri aumenta, facilitando l’insorgenza di infezioni. Biancheria intima aderente e non traspirante: questo tipo di biancheria può intrappolare l’umidità che facilita la crescita di batteri e lieviti.

Anche se i tessuti pelvici sono danneggiati, le difese naturali dell’organismo si indeboliscono. Il danno può derivare da tumori, interventi chirurgici, radioterapia o anomalie strutturali come difetti genetici o fistole. Le fistole sono connessioni anomale fra organi che, ad esempio, possono lasciar entrare nella vagina il contenuto dell’intestino (batteri inclusi). Infine, anche l’irritazione dei tessuti vaginali può comportare lacerazioni o afte, che consentono a batteri e lieviti di entrare nel torrente ematico.

Infezioni vaginali e fasce d’età della donna

Per le donne in età fertile, i cambiamenti ormonali subito prima e durante le mestruazioni o la gravidanza possono ridurre l’acidità della vagina, analogamente alle irrigazioni frequenti, all’uso di spermicidi e allo sperma. La ridotta acidità favorisce lo sviluppo di batteri che causano la malattia. Lasciare i tamponi interni troppo a lungo può causare infezione, probabilmente perché si forma un ambiente caldo e umido in cui i batteri proliferano irritando la vagina. Dopo la menopausa invece, i livelli di estrogeno diminuiscono e i tessuti vaginali si assottigliano, diventando più secchi e fragili. Possono formarsi lacerazioni o afte, che facilitano l’accesso a batteri o lieviti. Anche l’acidità della vagina diminuisce, aumentando il rischio di infezioni. Le donne con incontinenza urinaria o allettate possono avere difficoltà nel mantenere pulita la zona genitale, che l’urina e le feci possono irritare causando infezioni.

infezioni vaginaliA qualsiasi età, comunque, le condizioni che aumentano il rischio di contrarre un’infezione vaginale includono una fistola (connessione anomala) fra l’intestino e il tratto genitale che consente ai batteri intestinali di entrare nel tratto genitale, radioterapia pelvica o tumori, che degradano i tessuti e quindi compromettono le normali difese dell’organismo contro le infezioni. Condizioni diverse dalle infezioni causano fino al 30% dei casi di vaginite. Per esempio, la vaginite può derivare da ipersensibilità o irritazione verso spray o profumi igienizzanti, assorbenti, detersivi, candeggine, ammorbidenti, coloranti per tessuti, fibre sintetiche, additivi per l’acqua del bagno, carta igienica oppure, occasionalmente, spermicidi, creme o lubrificanti vaginali, preservativi di lattice o anelli o diaframmi contraccettivi.

Sintomi

In genere le infezioni vaginali provocano secrezioni dalla vagina, che si distinguono da una normale secrezione in quanto sono accompagnate da prurito, arrossamento e talvolta bruciore o dolore nell’area genitale e spesso sono maleodoranti. L’aspetto e la quantità delle perdite variano in base alla causa. Tuttavia è possibile che disturbi diversi producano secrezioni simili. Il prurito può interferire con il sonno e alcune infezioni possono rendere un rapporto sessuale doloroso e aumentare la frequenza e il dolore alla minzione.

Prevenzione delle infezioni vaginali

Per prevenire le infezioni vaginali è necessario tenere pulita e asciutta la zona genitale, in modo da favorire la prevenzione delle infezioni (lavandosi quotidianamente con sapone delicato e privo di profumo, come il sapone di glicerina con la raccomandazione di sciacquarsi e asciugarsi perfettamente). È comunque sconsigliato effettuare lavande frequenti e usare lavande medicate. Queste possono rimuovere i normali batteri protettivi e ridurre l’acidità vaginale, facilitando la comparsa di infezioni, comprese la malattia infiammatoria pelvica. Insegnare alle bambine/ragazze una corretta igiene, fin dalla giovane età, risulta fondamentale. Indossare indumenti ampi e traspiranti e adottare precauzioni durante i rapporti sessuali sono abitudini sane e ormai sdoganate, ma che è sempre bene ribadire.

infezioni vaginaliTrattamento delle infezioni vaginali

Le misure adottate per la prevenzione, come l’igiene dell’area genitale, che deve essere mantenuta asciutta, aiutano a trattare le infezioni. Vanno evitati saponi aggressivi o profumati e prodotti topici non necessari come spray per l’igiene intima. Talvolta, si può ridurre il dolore e il prurito con impacchi di ghiaccio e compresse fredde sull’area genitale e anche irrorare la zona genitale con acqua tiepida spruzzata da una bottiglia può dare sollievo a dolore e prurito. Queste misure possono solamente alleviare i sintomi e devono essere eseguite in sinergia con efficaci trattamenti medico-funzionali per risolvere la patologia in maniera definitiva.

Omnia Oxy Evo consente di lavorare utilizzando sia ossigeno che ozono, una caratteristica che ne fa un prodotto unico nel suo genere, adatto a svolgere al meglio sia attività di medicina estetica sia di medicina funzionale. Gli altri dispositivi disponibili sul mercato presentano infatti solo una due metodiche, la contemporanea presenza di ossigeno e ozono si traducono in una maggiore versatilità d’uso. Omnia Oxy Evo, grazie all’azione dell’ossigeno, può essere impiegata con successo per trattare problematiche quali atrofie e secchezza vaginale. Questo device però fa molto di più, grazie all’utilizzo di un elemento dalle proprietà disinfettante senza pari: l’Ozono. Un alleato prezioso nel contrastare infezioni intime ricorrenti, problematiche che negli ultimi anni hanno registrato un costante aumento. Il fine è quello di debellare completamente l’infezione, e porre le condizioni per il pieno ristabilimento dell’equilibrio microbiota vaginale.

La sinergia tra ossigenoterapia e ozonoterapia

L’ossigeno svolge un’azione anti-infiammatoria e antibatterica, inoltre induce la stimolazione della sintesi di collagene e promuove l’idrossilazione. L’incremento della biodisponibilità di ossigeno porta a un aumento del trofismo dei tessuti indotto dallo stimolo angiogenico promosso dal rilascio di VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor).

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